LA FEDERAZIONE APPLICA IL METODO O.S.A.

metodo
Come si realizza un cambiamento?
Come si concretizzano i nostri sogni e i nostri progetti di vita?
La decisione è la base del cambiamento.
Tutto dipende dalle nostre scelte e dal coraggio di
Ogni volta che ci accade qualcosa, siamo a un bivio e la nostra vita può cambiare, in meglio o in peggio.

Sono tre le domande da farci:

Su cosa mi concentro? Sul passato, sul presente o sul futuro? Su di me o sugli altri?

Che cosa significa? È l’inizio o la fine? L’universo mi sta punendo o magari premiando?

Che cosa ho intenzione di fare? Ho intenzione di arrendermi o di proseguire?

Le domande che ci poniamo, determinano il nostro destino. Consciamente o inconsciamente, influenzano le nostre decisioni. E le scelte si ripercuotono sulla nostra vita.

Ci sono sicuramente delle decisioni che hai preso negli ultimi 15 anni che hanno cambiato il corso della tua vita. Cosa sarebbe successo se avessi agito diversamente?

Ad es., per non perdere il lavoro hai accettato il trasferimento in un’altra città, ma il pensiero di una nuova casa, nuovi amici, nuovi colleghi ha gettato nello sconforto, tanto da indurti a valutare di cambiare lavoro. Però, proprio in quella città, hai incontrato l’amore della tua vita. Cosa sarebbe successo se non ti fossi trasferito e avessi cercato una diversa occupazione?

L’unico modo per raggiungere un traguardo è fissarlo e non perderlo mai di vista.

Anthony Robbins ha detto: “fissare obiettivi è il primo passo necessario per trasformare l’invisibile in visibile”.

Guardati. Dove sei oggi? Cosa vuoi dalla tua vita?

Gli obiettivi non si creano, si scoprono. Basta soffermarsi a pensare a cosa vogliamo. Non ti sto parlando di piccoli desideri, di quel vestito che hai visto in vetrina, di provare quel nuovo ristorante in centro. I sogni non sono obiettivi concreti. La differenza sta nel fatto che quest’ultimi rappresentano il punto di arrivo di una strategia, la meta di un progetto che richiede un’azione. 

Se ti chiedo dove vuoi andare, chi vuoi essere fra cinque anni, sapresti rispondermi?

La maggior parte delle persone non lo sa. E non è una colpa non saperlo.  Non è mai troppo tardi.

Io stesso ho preso consapevolezza di me dopo aver partecipato ad un corso tenuto da Anthony Robbins, definito il  coach dei coach, uno dei maggiori formatori statunitensi. Quell’esperienza si è rivelata fondamentale perché mi ha indotto a guardarmi dentro.

I pilastri del cambiamento sono tre:

Obiettivo

Strategia

Azione


O.S.A, appunto.

Anzi, osa!

Non si può raggiungere alcun traguardo senza di essi.

Cominciamo dall’Obiettivo.

Deve essere Specifico, Misurabile, A portata di mano, Rilevante e Temporalizzabile. Con una sola parola, SMART. Si parla di un progetto di vita, realizzabile in qualche anno e che apporti un vero miglioramento.

È importante guardarsi dentro per capire realmente cosa si vuole per se stessi, ma è altrettanto fondamentale analizzare il risultato  dalla giusta prospettiva. Non focalizzarti su quello che non vuoi. Piuttosto ottieni una visione chiara e determinata su ciò  che vuoi. Se vuoi perdere peso, non concentrarti sul fatto che ti senti grasso, affaticato e non attraente, ma su quanto tu voglia sentirti in forma ed energico. Uno stimolo positivo è più efficace di uno che ti fa star male.

La strategia è la mappa per raggiungere il nostro scopo. È essenziale affidarsi al giusto strumento, al giusto percorso.

Ma come capire qual è il giusto percorso, la giusta strategia?

Il mio consiglio è semplice: studia chi ha già ottenuto il risultato che vuoi.

Ci sono persone eccezionali che hanno raggiunto prima di noi i traguardi che ci prefiggiamo e che possono essere per noi dei mentori e delle risorse indispensabili. E’ importante adattare l’esperienza altrui al nostro caso, alle nostre esigenze, per quello consiglio sempre un coach.

Quante volte però abbiamo deciso cosa fosse meglio per noi, magari abbiamo anche pensato a quale fosse il modo migliore per raggiungerlo, ma ci siamo bloccati? È normale, capita a tutti. Agisci.

Azione-Azione-Azione.



È necessario superare la paura.
 
Di fallire.

Di perdere.

Di cambiare.

Il cambiamento è essenziale per crescere. 

Charles Darwin diceva che “non sono i più forti della specie che sopravvivono, non i più intelligenti, ma coloro che si adattano meglio al cambiamento”.

Spesso facciamo di tutto per evitare ciò che è diverso dalla nostra zona di comfort, fino a quando la vita non ci spinge in situazioni che non avevamo previsto (milioni di amori consolidati, strutturati, fondati sulla sincronia abitudinale della vita di coppia, svaniscono a causa di un sorriso sconosciuto, irriverente, misterioso, a volte a causa di un semplice sguardo estraneo che dura un attimo di più...).

Altre volte invece sentiamo l’impulso irrefrenabile di un cambiamento in un’area della nostra vita, ma non sappiamo nemmeno da dove cominciare.

Ci sono persone che vanno in vacanza ogni estate della loro vita nel solito posto, nel solito periodo e si precludono la bellezza di esplorare il mondo. C’è chi addirittura non cambia nemmeno ristorante e da vent’anni, si ritrova con gli amici al solito tavolo ogni sabato, solo per paura di trovarsi male altrove.

Ci sono donne, che per paura di un giudizio, per la vacua incognita di una vita diversa, non abbandonano mariti violenti, ritenendo la brutalità della loro quotidianità più sicura. Valutano, in sostanza, quella che ritengono la migliore delle strategie possibili. Di fronte all’eventualità della perdita di uno stato che nel complesso si mantiene in equilibrio (un matrimonio, una casa, dei figli, un sostentamento, un accordo tra i partner o l’angoscia di abbandono), l’uscire da una situazione di maltrattamento appare per loro più logorante della violenza stessa. 

Denunciateli. Denunciateli. Denunciateli.

Altre fuoriescono dalla zona di comfort e, per il proprio obiettivo di libertà, rischiano la vita.

Altra pulsione fondamentale che non può essere trascurata nel lento progredire (o regredire!) della nostra personalità, è quella che io riassumo nella  “teoria del rischio”.

Fin da piccoli siamo portati a decifrare le nostre possibilità di crescita intraprendendo o meno situazioni rischiose.

Correre dei rischi ci fa crescere, ci cambia, ci determina.

La vita di un uomo è quasi sempre legata alla sua valutazione del rischio: prima in età infantile, poi adolescenziale, in fine adulta.

Dosare i rischi e le sue conseguenze, in un difficile balletto di pesi e contrappesi è forse lo snodo principale attraverso cui passa la strada maestra per raggiungere la maturità.

Non rischiare significa non vivere.

Agire significa vivere.

Rischiare troppo (si intende all’esito di una valutazione attenta delle circostanze)  vuol dire perdere, finire, a volte morire persino.

Rischiare in modo equilibrato significa crescere e quindi cambiare. 

Il trucco è prendere coraggio e sbloccarsi. Con misura.

Fai chiarezza quindi su quale sia per te la cosa più importante oggi. Abbandona le aspettative altrui, le idee preconcette o i progetti passati.

Solo a quel punto sarai in grado di agire e niente potrà più fermarti.

Proprio come Forrest Gump, quando vinte le sue paure, iniziò a correre, prima fra i campi sterminati dell’Alabama, poi fuori dallo stadio durante una partita di Football e infine per tutta l’America.

Serve tenacia, capacità di adattamento e coraggio.